Branding Marketing

Non solo strategia, nel marketing digitale la creatività fa la differenza

Qual è il legame tra marketing e creatività? O meglio quale tipo di creatività serve oggi davvero nel marketing? In tanti anni di consulenza e attività qualche idea ce la siamo fatta...

Stefania De Scisciolo

Pubblicato il 17 Giugno 2020
6 minuti

A volte mi capita di riflettere su uno degli argomenti più evergreen che ci siano mai stati negli ultimi anni: il legame tra marketing e creatività. E se ci penso, mi domando se tutti gli “esperti di marketing” o “guru creativi” abbiano idea di cosa significhi veramente creatività (che nessuno si offenda, qualcuno doveva pur dirlo e ogni riferimento a persone e cose è puramente casuale).

Sai quante persone si definiscono creative? Troppe. Perché, apparentemente oggi il requisito per essere un marketer “out of the box” è instagrammare o twittare una foto con un laptop ed una tazza di caffè o thè fumante vista mare, con tanto di hashtag a tema. Oppure creare video con musichette già pronte e immagini che scorrono, senza un obiettivo ben preciso e soprattutto studiato.

Questa non è creatività, è rumore.

Cosa significa creatività e perché nel marketing fa la differenza

Hai mai provato a chiedere a 5 persone differenti il significato della parola creatività? Se lo facessi, potresti ottenere addirittura più di 5 risposte, tutte diverse; è un termine alquanto abusato, senza cognizione di causa.

Una persona tipo oggi è esposta a migliaia di contenuti multimediali ogni giorno, un marasma di messaggi che a volte sembrano essere tutti uguali, ma che da molti sono definiti creativi. E in mezzo a così tanta “creatività” (o rumore, dipende dai punti di vista), alcuni brand o aziende pensano che l’unica soluzione per emergere sia investire budget considerevoli.

Quando invece per ottenere maggiore visibilità e credibilità, basterebbe mettere in moto della sana creatività.

Cos’è quindi la creatività?

La creatività nel marketing è la generazione e l’esecuzione di idee uniche, comunicanti un messaggio con originalità.

Ti faccio un esempio: un fiorista potrebbe semplicemente vendere mazzi di rose o vasi di orchidee senza dover ricorrere a chissà quale escamotage; è sicuro che vende fiori. Invece, utilizzando un messaggio creativo lo stesso negozio, oltre alla merce fisica, può mostrare e vendere lo stato d’animo di una fidanzata nel ricevere un mazzo di fiori.

La creatività tira fuori l’anima del marketing, risveglia emozioni che portano una persona a riconoscersi maggiormente in una data situazione e ad instaurare così un legame particolare con un brand, che avrà maggiori possibilità di vendita.

Il marketing creativo quindi non è un font azzeccato o una combinazione di colori che funziona; non è un video, ne un blog, né tantomeno il “facciamo qualcosa di virale”.

La creatività, quella vera, nel marketing fa la differenza perché è quel qualcosa che ti fa fermare, è l’elemento che noti nel feed infinito sui social o che risuona in mezzo a miliardi di notifiche. È ciò che in quel momento ti conosce e ti comprende.

Proprio così: la creatività nel marketing ti colpisce perché racconta anche la tua storia. Ed è qui che sta tutta la differenza del mondo. La creatività rende il marketing umano e personale, onesto.

Per mettere in atto una strategia di marketing creativo c’è bisogno di empatia e di differenziazione, devi rivolgerti alle persone come se fossi tu ad essere dall’altra parte. Mettersi nei panni di chi ascolta insegna a comprendere cosa vuole il target: “cosa cerca il mio utente?” “che problemi ha che posso risolvere?”, e fornisce la capacità di captare la risposta su cui costruire il messaggio.

È l’era del marketing creativo: generare emozioni, ma senza dimenticare i dati

I professionisti di oggi non vogliono solo vendere; cercano prima di tutto di instaurare relazioni longeve con il cliente perché il marketing nell’ultimo decennio è cambiato totalmente. Le tecnologie e le innovazioni hanno trasformato le abitudini dei consumatori, rendendoli sempre più protagonisti nel customer journey.

La creatività nel marketing di oggi è indispensabile, aggiunge quel guizzo in più per rendere un messaggio unico ed efficace che ti differenzia dai concorrenti. Per ottenere questo risultato però, occorre saper interpretare i dati.

Non esiste creatività senza analizzare il mercato. Molti brand hanno ancora paura del marketing data-driven, senza comprendere appieno che i dati sono il punto di partenza di una campagna in grado di anticipare e comprendere le esigenze delle persone.

Anche nei social media, diventati oramai canalizzatori di vendita, – vedi Facebook Shops e Instagram Shops – l’unico modo per emergere è raccogliere i dati degli utenti e imparare da questi per realizzare storie coinvolgenti e contenuti pertinenti con il target.

Se non interagisci nel modo giusto con le emozioni delle tue personas, finirai per perdere futuri clienti, persone che oggi non sono più solo semplici consumatori, ma creatori di idee e contenuti, contributori mediante feedback alla tua strategia di marketing.

Quale modo migliore per attirare e coinvolgere persone, se non farle contribuire al processo creativo stesso?

Come generare idee creative nel team

A proposito di contribuzione al processo creativo, anche in una web agency uno dei modi più efficaci per generare idee è quello di coinvolgere ogni componente del team nel processo di creazione delle stesse.

Qualsiasi persona di ogni reparto e professionalità può avere intuizioni brillanti e contribuire quindi alla realizzazione di idee creative.

Includere l’intero team work nel processo di creazione, darà il via ad un flusso di idee proveniente da vari background così diversi, tanto da poter delineare una prima strategia di marketing mix.

Un processo step by step per generare idee creative nella propria azienda può essere costituito da:

  1. Call for ideas: chiama a raccolta le persone della tua azienda e proponi loro una “sfida” a cui tutti devono partecipare: trovare un’idea per risolvere un dato problema (attenzione, devono essere idee concrete, non superficiali);

  2. Brainstorming: una volta raccolte tutte le idee in una lista, organizza un brainstorming e insieme al tuo team analizza quelle che maggiormente rispecchiano il tuo business o che comunicano in modo unico il tuo prodotto o servizio. Il brainstorming serve a far venire fuori ulteriori input per arricchire le idee di partenza. Una volta analizzate, vanno scremate per efficacia e originalità con una votazione;

  3. Prendi l’idea vincente e mettila in atto: tra le selezionate scegli la più attuabile ed eseguila; non scartare le altre, se la prima non funziona hai nuove possibilità su cui puntare, creative ed originali.

Un processo che privilegia la non-complessità

Gli esperti di marketing che comprendono l’essenza della creatività sono consapevoli che la semplicità è ciò di cui i consumatori hanno bisogno, se li aiuta a risolvere i problemi in modo efficiente.

Apple è un ottimo esempio di brand che ha imparato l’arte di infondere semplicità nei suoi processi creativi. L’iPad è stato definito un prodotto creativo e raffinato non perché è tech, ma perché coloro che lo hanno ideato hanno ascoltato e interpretato il mercato: l’utente in target aveva bisogno di uno strumento di lavoro o di svago che offrisse praticità, semplicità e fluidità nello svolgere azioni lavorative e non. E così è stato.

La creatività è l’ossigeno del marketing, l’elemento indispensabile che rende la strategia umana e coinvolgente in grado di instaurare relazioni con le persone e costruire con esse un dialogo che le aiuti a trovare soluzioni e risposte. Se saprai farlo nel modo giusto i tuoi messaggi ti renderanno riconoscibile, come insegna La Mucca Viola di Seth Godin.

 

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