Gestione social media

L’algoritmo di Facebook: questione di feeling

L'algoritmo di Facebook determina quali contenuti far apparire nella timeline degli utenti. Fino a poco tempo fa i meccanismi dietro il News Feed erano completamente misteriosi, ora non più.

Federica Fasoli

Pubblicato il 17 Aprile 2015

L’algoritmo di Facebook determina quali contenuti far apparire nella timeline degli utenti. Fino a poco tempo fa i meccanismi dietro il News Feed erano completamente misteriosi, da qualche mese però siamo in grado di valutare alcuni elementi grazie alle informazioni che Facebook ha rilasciato a riguardo.

Lo scopo dell’algoritmo è quello di fornire all’utente contenuti quanto più utili in base alla sua esperienza e alle sue preferenze, per questo tiene conto di:

Interesse: quanto più mostriamo interesse verso una pagina o un utente tanto più vedremo contenuti che la pagina o l’utente produce. Dipende dal numero di interazioni e dall’attenzione rivolta alle notizie dei contatti.

Peso: Facebook attribuisce ad ogni post pubblicato dagli iscritti un valore determinato dal numero di like che riceve, dai commenti, dalle condivisioni, dal fatto che sia o meno nascosto o segnalato come spam. Si tratta di un criterio importante per le aziende con una pagina ufficiale.

Interazione nel tempo: mentre prima se l’utente non era online nel momento della pubblicazione di un contenuto difficilmente lo visualizzava, ora quello stesso post risulta visibile se continua ad avere interazioni. Ne giova l’engagement (+5% per gli utenti, +8% per le pagine): vengono così visualizzate il 70% delle storie al posto del 57% di prima.

Tipologia del post: anche la tipologia di contenuto sembra essere rilevante. Facebook attribuisce un peso minore aglli status di solo testo, privilegia quelli con foto, premia video e link comprensivi di metadati. In particolar modo il 2015 è l’anno dei video, soprattutto se nativi, meglio se brevi, dai 5 ai 20 secondi.

I dati di gradimento relativi ai video sono in continua crescita soprattutto in seguito all’introduzione del nuovo Video Player.

Immagini e foto sono al secondo posto nella classifica dei contenuti che aumentano reach ed engagement, riuscendo sempre a catturare l’attenzione degli utenti e incentivando interazione e condivisione. Via libera quindi a foto, artwork e infografiche.

Alla base di tutte le strategie servono contenuti che al di là della loro tipologia siano di qualità. Spesso si è dibattuto su cosa sia più determinante se la quantità o la qualità.

Pubblicare più spesso ci farebbe ottenere maggiore visibilità?

La risposta è dipende. Se la qualità de contenuti è alta pubblicarne di più potrebbe essere un buon escamotage per ottenere più visibilità ma se all’aumento delle pubblicazioni corrisponde un abbassamento della qualità dei contenuti allora il discorso non vale, soprattutto nel lungo periodo.

I contenuti utili agli utenti, in grado di arricchire la loro esperienza sui social vincono sempre.

Inoltre non dimenticare che Facebook è nato per mettere in contatto gli utenti con amici e familiari, solo in un secondo momento si è aperto alle aziende: nonostante questo, lo spirito di fondo di Facebook rimane sempre quello dell’intrattenimento. Gli utenti preferiscono contenuti che raccontano e non quelli che vendono in maniera smaccata, per questo anche se rappresenti un’azienda su Facebook adotta uno stile da “persona dietro il brand” e non da marketer che cerca di vendere a tutti i costi. Gli utenti ti premieranno e anche l’algoritmo di Facebook non potrà che premiarti.