Comunicazione Digital
E-learning: la chiave delle new skill ai tempi del covid
I cambiamenti portati dagli eventi che stiamo vivendo sono destinati a rimanere: in quest'ottica, l'e-learning potrebbe diventare il metodo più efficace per acquisire le competenze necessarie per costruire al meglio il proprio futuro.
La formazione è cambiata radicalmente. Il covid ha sollevato molte domande sul futuro dell’e-learning: continuerà ad esistere la DAD per scuole e aziende? L’apprendimento online a distanza aiuterà a garantire maggiore formazione ai dipendenti, e le persone impareranno autonomamente le skills necessarie?
Negli ultimi mesi abbiamo assistito alla nascita di webinar, corsi in remoto e piattaforme digitali per la formazione a distanza, come se piovesse. Ci siamo ritrovati catapultati in un presente in cui l’insegnamento o l’apprendimento digitale e virtuale sono l’unica opportunità per acquisire o rafforzare le competenze.
Senza covid, sarebbe stato lo stesso? In Italia saremmo riusciti a fare questo enorme salto verso la formazione a distanza, anche con l’ausilio di tecnologie immersive come la realtà virtuale?
Sicuramente i cambiamenti portati dal new normal sono destinati a rimanere e l’e-learning potrebbe diventare la chiave per acquisire le skills necessarie per un futuro migliore, a distanza ed in autonomia.
E-learning: la chiave per la sopravvivenza di istruzione e aziende
In tutto il mondo, l’emergenza sanitaria ha portato profondi cambiamenti: nell’interazione sociale, nel modo di lavorare, nelle abitudini, e il settore della formazione non è di certo stato immune. Una tendenza comune nei sistemi educativi di tutto il mondo è stata quella di rispondere alla pandemia con l’e-learning, segnando la rapida transizione da lezioni frontali e in presenza, a webinar online davanti ad uno schermo.
Ovviamente anche prima del 2020 c’era già una forte crescita nell’adozione di tecnologie per la formazione a distanza con investimenti in edutech importanti, ma mai avremmo pensato ad una così repentina mutazione verso la DAD e ad una corsa a soluzioni di apprendimento online. E forse non è stato un male, anzi.
Dimentichiamoci per un attimo i nostri feed social e i pop up disseminati di corsi e webinar per imparare comodamente da casa anche come allacciarsi le scarpe… Con la formazione da remoto le aziende (ma anche scuole, Università) possono sfruttare l’agilità di formule di apprendimento digitale flessibili, adattabili a qualsiasi contesto, e offrire così l’opportunità a persone interne ed esterne di acquisire skills importanti per il futuro, e di farlo anche in autonomia.
Questo significa accrescere le competenze in azienda, ma anche identificare le skills che avranno ruoli cruciali nel prossimo futuro, quindi offrire formazione verticale per preparare i team ad affrontare la digital transformation.
Come è cambiato l’approccio alla formazione?
L’Italia ha registrato un aumento del 435% degli accessi all’e-learning. La formazione autodidatta è aumentata. Il tempo libero acquisito, o per una riduzione del lavoro o per l’assenza di spostamenti verso l’ufficio (grande vantaggio del lavoro da remoto), ha dato modo alle persone di usufruire dell’apprendimento ovunque e in qualunque momento della giornata e di imparare nozioni che aiutassero ad orientarsi nei nuovi modi di lavorare.
L’e-learning sopperisce, quindi, quel bisogno di apprendimento immediato e di flessibilità che le persone oggi cercano, e la necessità di imparare ovunque e con qualsiasi dispositivo. Ed è proprio questa non staticità che ha permesso alla formazione di crescere esponenzialmente.
Le aziende aiutano i dipendenti ad acquisire competenze per affrontare il new normal, e gestire lo stress dell’home working. Le persone si formano per avere nuovamente delle certezze nell’incertezza, e farsi trovare pronte ai cambiamenti.
Ed è così che la formazione con la pandemia cambia volto: non è più percepita come un obbligo, ma come una scelta per migliorare e acquisire le skill necessarie.
La memorizzazione soffre quando i dipendenti imparano secondo un programma aziendale; è invece massima quando i dipendenti ne hanno bisogno, e possono applicarla immediatamente a una situazione del mondo reale.
Questa pandemia ha cambiato profondamente l’istruzione, ma forse in meglio. Nel corso della storia, il settore è stato troppo conservatore e resistente al cambiamento.
Rendiamoci conto che per secoli nei corsi, nelle scuole e nelle Università abbiamo avuto a che fare con lavagna e gesso, in barba a limitazioni motorie e disabilità.
Quando oggi invece basta solo un click, un bottone a distanza per aprire un mondo nuovo, a tutti.
Formazione a distanza ed e-learning: sarebbe stato lo stesso senza pandemia?
Il coronavirus ha fatto conoscere e sperimentare a scuole e ad aziende strumenti come Zoom, Microsoft Teams, Google Classroom… La tecnologia trasforma lo schermo in una classe, dove studenti e insegnanti si vedono e possono interrogarsi a vicenda in un apprendimento online collaborativo.
Le opinioni sono comunque contrastanti: alcuni ritengono che il passaggio rapido e non pianificato all’apprendimento online – senza formazione, con banda insufficiente e tecnologia quasi assente – si tradurrà in un’esperienza utente scadente che non porterà ad una crescita.
Altri sostengono che emergerà un nuovo modello ibrido di istruzione con vantaggi significativi. L’integrazione delle tecnologie nell’istruzione subirà un’accelerazione ancora maggiore di qui a poco, non dimentichiamoci cosa è successo al mondo degli eventi grazie alla VR.
È impossibile negare che l’incertezza causata dal Covid-19 abbia lasciato molti interrogativi e dubbi sul futuro. Ma uno degli errori più grandi in questo periodo è quello di chiudere la formazione in un cassetto. La sfida è investire in una forza lavoro più forte e resiliente che sia in grado di affrontare le difficoltà di oggi e di domani.
Una bella testimonianza di cosa sta accadendo nel mondo la regala il sito dell’Unesco che ha raccolto video su come le persone si stanno formando durante questo periodo con la campagna “learning never stop”.