
Emanuele Caporale

Ciao a tutti! Sono Manuel, l’AI Specialist della nostra agenzia, e ogni giorno metto le mani nel futuro. Sì, perché lavorare con l’intelligenza artificiale significa proprio questo: plasmare oggi quello che per molti è ancora fantascienza.
“Ma cosa fai esattamente?” è la domanda che mi sento rivolgere più spesso, seguita subito da “Si guadagna bene?” e “Come si fa a diventare come te?“. Ho pensato di rispondere una volta per tutte alle curiosità più frequenti su questa professione che sta letteralmente esplodendo. Ecco la mia esperienza, senza filtri.
Indice
Cosa fa davvero un AI Specialist nella vita di tutti i giorni?
Un AI Specialist non è un professionista con un’unica definizione rigida. Le attività variano significativamente a seconda dell’ambito professionale.
Nel mio caso specifico, il focus principale è sulla produzione audiovisiva e grafica, con attività concrete prevalentemente orientate all’applicazione pratica dei modelli generativi in questi settori.
Se pensate che passi le giornate a parlare con robot o a guardare matrici di numeri scorrere come in Matrix, mi dispiace deludervi! La mia routine è molto più… umana.
Il mio lavoro è un continuo problem-solving creativo. Mi occupo di trovare modi per far “pensare” le macchine affinché risolvano problemi reali per le aziende. In pratica:
- Analizzo enormi quantità di dati per scovare tendenze invisibili all’occhio umano
- Costruisco e addestro modelli di intelligenza artificiale su misura per esigenze specifiche
- Miglioro continuamente gli algoritmi per renderli più precisi ed efficienti
- Collaboro con team di marketing, sviluppo e business per integrare le soluzioni di AI
- Mi sbatto la testa contro problemi che sembrano impossibili (e ogni tanto li risolvo!)
Un giorno posso trovarmi a lavorare su un sistema che analizza il sentiment sui social per un brand di moda, il giorno dopo potrei ottimizzare un algoritmo per prevedere i trend di mercato per un cliente finanziario. La varietà è pazzesca, ed è questo che amo del mio lavoro.
È davvero il lavoro del futuro o è solo hype?
Ve lo dico sinceramente: quando ho iniziato in questo campo, anche io mi chiedevo se fosse una moda passeggera. Oggi, dopo anni di esperienza, posso dirvi che l’AI non è un fuoco di paglia – è un incendio che sta cambiando tutto.
I numeri parlano chiaro: entro il 2030, l’intelligenza artificiale contribuirà a circa il 14% del PIL globale, con un valore stimato di 15,7 trilioni di dollari. Non sto esagerando quando dico che non c’è settore che resterà intoccato dall’AI.
Nella mia carriera ho visto startup diventare unicorni grazie all’AI e aziende tradizionali reinventarsi completamente. E la cosa più interessante? Siamo solo all’inizio.
Se stai considerando questa carriera, il momento di entrare è adesso.
Quanto si guadagna facendo l’AI Specialist in Italia?
Ok, parliamoci chiaro: i soldi contano. E in questo campo, le notizie sono buone.
In Italia, attualmente un AI Specialist guadagna mediamente tra i 45.000 e i 70.000 euro lordi all’anno. Ma attenzione, ci sono variabili importanti:
- Se sei junior (0-2 anni di esperienza), parti generalmente da 35.000-45.000 euro
- Con 3-5 anni di esperienza, si sale facilmente sopra i 50.000-60.000 euro
- Da senior (5+ anni), puoi superare i 70.000 euro e in alcune aziende arrivare a 90.000+
Dalla mia esperienza, posso dirvi che le competenze specifiche fanno una differenza enorme. Conoscere PyTorch o essere esperti in NLP (Natural Language Processing) può far lievitare lo stipendio del 20-30%.
Di quali competenze hai bisogno per fare questo lavoro?
Le competenze essenziali per il mio lavoro sono strettamente legate alle competenze tecniche nell’ambito specifico dell’audiovisivo e della grafica. È fondamentale conoscere bene il funzionamento e la logica dei modelli generativi, anche con competenze basilari di programmazione.
Un aspetto cruciale da chiarire è che non creo né addestro direttamente modelli di AI. Il mio ruolo è più sfaccettato: studio diversi modelli generativi, ne analizzo i bias e le caratteristiche, con l’obiettivo di consigliare e guidare le persone verso un utilizzo ottimale e consapevole di questi strumenti.
Nella gestione dei dati, non mi occupo direttamente della raccolta o “pulizia”. Il mio contributo è strategico: seleziono in modo mirato i dati e le informazioni rilevanti da dare in input ai modelli generativi, a seconda degli obiettivi specifici del progetto.
La mia skill più preziosa? Saper fallire velocemente e imparare ancora più velocemente.
Come si diventata AI Specialist? Quale percorso bisogna seguire?
Il mio percorso non è stato lineare e questa è la prima buona notizia per chi è interessato a questo campo. Non esiste un’unica strada.
Ecco alcune strade possibili:
- Percorso accademico: laurea in materie STEM + specializzazione in IA/ML/Data Science
- Autodidatta specializzato: formazione mirata su modelli generativi per audiovisivo e grafica
- Conversione professionale: partire da ruoli creativi o tecnici e specializzarsi gradualmente nell’IA
Per chi sceglie la strada dell’autodidatta, i punti chiave sono:
- Seguire corsi online specializzati in modelli generativi
- Concentrarsi su piattaforme e risorse specifiche per audiovisivo e grafica
- Sviluppare progetti personali dimostrativi
- Costruire una rete di contatti nel settore
- Partecipare a workshop e webinar specializzati
Il mio consiglio? Qualunque percorso scegliate, costruite un portfolio solido. Quando ho fatto colloqui, nessuno si è interessato particolarmente ai miei voti universitari, ma tutti hanno voluto vedere i progetti che avevo realizzato.
Per chi vuole approfondire le competenze, consiglio di:
- Esplorare community online specializzate
- Seguire casi studio di applicazioni AI nel design
- Partecipare a challenge di generazione di contenuti creativi
- Documentare e condividere i propri esperimenti
Un altro segreto che non ti dirà nessuno: anche se Kaggle è utile per l’AI in generale, nel nostro campo specifico esistono piattaforme e community dedicate alla generazione di contenuti grafici e audiovisivi. Esplorarle può aprire opportunità uniche e far crescere le proprie competenze.
L’importante è mantenere sempre viva la curiosità e la voglia di apprendere, sperimentando concretamente con gli strumenti più attuali nel campo dell’intelligenza artificiale applicata alla creatività.
Le sfide quotidiane che affronto come AI Specialist
Non è tutto rose e fiori. Ci sono giorni in cui vorrei lanciare il computer dalla finestra (ma poi dovrei addestrare un modello per calcolarne la traiettoria, quindi lascio perdere).
Le sfide più grandi con cui mi scontro sono:
- L’obsolescenza delle competenze: quello che sapevo fare benissimo 18 mesi fa oggi potrebbe essere completamente superato
- Dati, dannati dati: trascorro il 70% del tempo a pulire, preparare e comprendere i dati, non a costruire modelli fighi
- Aspettative irrealistiche: “Non potresti farci un’IA che prevede il futuro entro domani?” è una richiesta più comune di quanto pensiate
- Etica e bias: ogni modello che creo potrebbe perpetuare pregiudizi o discriminazioni se non sto attento
La sfida più grande? Spiegare ai miei genitori cosa faccio. Dopo anni, mia madre è convinta che “aggiusti i computer” e mio padre pensa che lavori per la CIA.
Come vedo il futuro della mia professione
Nei prossimi anni, prevedo che il ruolo dell’AI Specialist si evolverà e si dividerà in percorsi più specializzati:
- AI Ethics Officer: figura dedicata a garantire che l’AI sia etica, trasparente e priva di bias
- AI Product Specialist: esperti che trasformano le potenzialità dell’AI in prodotti reali
- Vertical AI Expert: specialisti di AI in settori specifici come medicina, finanza o legale
La democratizzazione degli strumenti di AI (già in corso) non ci renderà obsoleti, ma cambierà il nostro focus: meno implementazione di algoritmi standard, più creatività e personalizzazione avanzata.
La parte più eccitante? Settori che oggi non associamo all’AI diventeranno i più innovativi. Sto già vedendo applicazioni rivoluzionarie in agricoltura, arte, architettura ed educazione che mi lasciano a bocca aperta.
Perché amo il mio lavoro (nonostante tutto)
Ho scelto questa strada perché unisce le mie passioni: la tecnologia, la risoluzione di problemi e l’impatto tangibile sul mondo reale.
La sensazione di vedere un modello che hai costruito risolvere un problema che sembrava impossibile è paragonabile a poche altre cose. È come essere un po’ mago, un po’ detective e un po’ artista, tutto in uno.
Se sei curioso/a, ami le sfide intellettuali e non hai paura di reinventarti continuamente, questo potrebbe essere il lavoro dei tuoi sogni. Non è facile, ma ti garantisco che non ti annoierai mai.
E poi, diciamocelo: quando a una cena mi chiedono cosa faccio e rispondo “AI Specialist“, l’effetto wow è garantito. Anche se poi devo passare le successive due ore a spiegare che no, non sto costruendo Skynet e no, i robot non ci ruberanno il lavoro. Beh, non tutti i lavori, almeno!