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Google Quality Raters: le novità nelle linee guida di Google

Recentemente Google ha diffuso la versione aggiornata delle Search Quality Rating Guidelines, cioè i criteri attraverso cui i Quality Raters valutano la qualità ed il posizionamento dei siti web nelle ricerche. Scopriamo di più.

Angelo Antonio Annibaldis

Pubblicato il 15 Dicembre 2015

Recentemente Google ha diffuso la versione aggiornata delle Search Quality Rating Guidelines, cioè i criteri attraverso cui i Quality Raters valutano la qualità ed il posizionamento dei siti web nelle ricerche.

Ma partiamo dal principio: chi o cosa sono i Quality Raters?

I Quality Raters sono dei “valutatori umani”, nello specifico collaboratori esterni a Google incaricati di valutare la qualità di un prodotto.

Si cominciò a parlare di Quality Raters attorno al 2005, benché vi fossero poche informazioni su questo tipo di figure professionali: si tratta infatti di contratti temporanei, in cui i soggetti sono vincolati all’obbligo di discrezione e non divulgazione.

Il compito di un Quality Rater è quello di analizzare le informazioni contenute nei risultati delle query secondo le linee guida fornite da Google.

Quello che invece non può fare è infliggere penalizzazioni, modificare i risultati delle serp o stabilire in assoluto la posizione che un sito deve avere.

Cosa dicono le linee guida?

Come prevedibile, una delle principali integrazioni rispetto al precedente documento riguarda l’importanza riservata all’aspetto mobile: un sito che non è pienamente mobile-friendly e responsive riceve una valutazione più bassa, così come verranno valutati particolari criteri delle app quali facilità d’installazione e in-app content nei risultati di ricerca.

Altro fattore cruciale riguarda la qualità dei contenuti che un sito web è in grado di offrire agli utenti. In linea di massima un sito presenta contenuti di qualità nella misura in cui riesce a garantire una risposta utile alla domanda dell’utente, fornisce informazioni autorevoli e originali e infine mostra un’interfaccia caratterizzata da una buona usability.

Particolare attenzione viene data alle cosiddette “pagine YMYL”, che starebbe per “your money or your life”, in italiano “o la borsa o la vita”. Sono pagine che devono presentare standard qualitativi molto alti in quanto considerati da Google influenti sulla vita delle persone. Rientrano in questa categoria ad esempio pagine che trattano di consigli medici, informazioni legali, fattori finanziari e qualsiasi sito web con una componente commerciale come un negozio online. Nelle sue linee guida, Google sottolinea più volte l’importanza che dev’essere data a questo tipo di pagine. Se quindi possiedi un’ e- commerce, assicurati che tutto il processo di ordine del prodotto, di pagamento o di trattamento di informazioni personali sia perfetto.

Anche il design investe una funzione importante. Idealmente, il contenuto principale dovrebbe essere davanti e al centro, ben evidenziato sulla pagina. Meglio evitare di abusare di banner ed elementi che potrebbero impattare sulla user experience.

Cosa NON deve avere un buon sito?

  • contenuti copiati;
  • keyword stuffing, ovvero un uso eccessivo di parole chiave nel testo;
  • contenuto supplementare che distrae o non è utile allo scopo della pagina: Google vuole che il lettore possa ignorare gli annunci pubblicitari;
  • reindirizzamenti ingannevoli, ovvero pagine che non hanno nulla a che fare con il link sul quale si è cliccato;
  • pagine sospette: pagine di scam o phishing, pagine che indirizzano a download non troppo chiari o che richiedono troppe informazioni.

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