Seo

Come cambierà la SEO nel 2017?

Ogni anno Google modifica i propri algoritmi al fine di offrire un'esperienza di ricerca e navigazione sempre migliore all'utente. Vediamo quali sono i trend per la SEO di questo 2017.

Angelo Antonio Annibaldis

Pubblicato il 14 Marzo 2017

Come cambierà la SEO quest’anno? È una domanda che chi lavora in ambito web non può fare a meno di porsi regolarmente. La Search Engine Optimization indica tutti i lavori necessari affinché un sito web abbia struttura e contenuti di facile indicizzazione per i motori di ricerca; a differenza di quel che si potrebbe pensare non è quindi una disciplina immutabile, ma è al contrario in continua evoluzione.

Ogni anno Google modifica i propri algoritmi al fine di offrire un’esperienza di ricerca e navigazione sempre migliore all’utente. Per avere un sito ottimizzato bisogna quindi imparare a conoscere i diversi fattori di ranking di Google, ovvero i parametri che il motore di ricerca vuole che vengano soddisfatti per ottenere un buon posizionamento nelle SERP.

Vediamo quali sono i trend per la SEO di questo 2017.

Contenuti

Fin qui niente di nuovo: ormai dovrebbe essere chiaro che per la SEO i contenuti siano uno dei più importanti fattori di ranking in assoluto.
Quello che invece sembra in fase di cambiamento riguarderebbe ancora la qualità di questi: l’intento di Big G è quello di dare sempre più peso ai contenuti considerati rilevanti, quindi che trattano gli argomenti in maniera più approfondita (i cosiddetti in-depth content). Gli ultimi studi in merito proverebbero che le pagine meglio posizionate siano quelle che contano all’incirca 1900 parole, declinate in articoli originali e di valore.
Ne deriva che i contenuti prettamente orientati alle Keyword siano destinati a perdere rilevanza.

Backlink

I backlink, ovvero i collegamenti indirizzati al nostro sito, sono importanti per conferire popolarità e autorevolezza. Anche qui, i fattori in gioco sono diversi: più è autorevole chi ci linka, maggiore sarà l’influenza in termini di SEO. I link in ingresso devono poi essere sempre di qualità, quindi deve esserci una coerenza semantica tra i contenuti correlati.

Esperienza su mobile

Il 2016 è stato l’anno del “mobile-first indexing”, ovvero la definitiva conferma che Google dia maggiore importanza ai contenuti che si vedono su mobile rispetto a quelli che si vedono su desktop. Le ricerche mostrano infatti che i 100 domini più visibili su Google hanno una versione ottimizzata per smartphone e tablet.
Attenzione quindi che il sito sia responsive e perfettamente funzionante anche lato mobile.

Google AMP

Sempre in quest’ottica, l’anno scorso Google ha lanciato le AMP (Accelerated Mobile Pages), pagine ottimizzate per la navigazione da mobile. Le AMP permettono un caricamento molto più veloce dei contenuti, grazie all’HTML più leggero e al fatto che i contenuti vengano memorizzati in cloud. Questo tipo di pagina si carica in media 30 volte più velocemente di una che non sfrutta questa tecnologia.
Poiché anche la velocità conta, ecco i vantaggi delle AMP in ottica SEO: caricamento più rapido, user experience migliorata, diminuzione della bounce rate.

Nonostante questo tipo di tecnologia non abbia goduto di una grandissima risonanza, il fatto che Google dia rilevanza a queste pagine nei risultati di ricerca dovrebbe far capire l’importanza di questo progetto.

HTTPS

Il certificato di protezione HTTPS è un protocollo per la comunicazione su Internet che protegge l’integrità e la riservatezza dei dati scambiati tra i computer e i siti.
Benché sembrrebbe che finora non abbia una gran rilevanza in termini di ranking, rimane comunque una buona prassi da adottare per i propri siti, soprattutto per gli e-commerce. Oltre a proteggere i dati, l’https è una garanzia di serietà e affidabilità per l’utente.